2021



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Le fotografie

– Bernardo stando impiccato per più spazo che d’una notte, da Maria vien conservato in vita.

– Accursio fanciulleto cade circa trenta braccia da alto, vien raccomandato alla Nunziata, e non riceve pur minimo danno.

– Ad Innocenzo ottavo, il quale si sentiva venir verso ‘fine, vien per aiuto di Maria tolto ‘l pericolo del morire.

– Gherardo figliuolo di Giovanni d’Austria, percosso con unascure di tal colpo che viver non poteva, per divin favore la vita non perde.

– Mariotto di Martino del piglia da Cortona, posto al martoro per falsa accusa, si vota alla Nunziata, e non sente offendersi.

– Un capitano, infrantogli il viso da una palla di moschetto, fuor d’ogni opinione, miracolosamente ne risana.

– Rimasto Domenico di Giusto fornaio sotto le rovine della sua casa, invocando la Nunziata non viene in parte alcuna infranto.

– Rocco ferito con cinquanta colpi di spade, per aiuto di Maria Vergine, risana da quelle miracolosamente.

– Marco Cambini, ferito, e lasciato per morto, ricorre alla Santisisma Nunziata et è conservato vivo.

– Antonio Zingano dato ventiquatto hore morto, miracolosamente vien ritornato in vita.


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«La "Domina nostra" tra Quattro e Seicento di p. Eugenio M. Casalini»


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L'ANNUNZIATA E LA SUA CITTA' nelle opere di Jacques Callot


L’incisore francese Jacques Callot (Nancy, ca. 1592-1635) compose e pubblicò delle originali stampe che documentano luoghi, personaggi e avvenimenti del suo tempo.
Visse in Italia circa tra il 1609 e il 1621 e nella bottega di Philippe Thomassin a Roma imparò la tecnica in cui fu maestro. Verso il 1612 dimorò a Firenze e anche della città testimoniò con la sua arte usi civili e fete popolari e principesche, che coinvolgevano figuranti e folle numerose sempre in moto. Soprattutto mostrò nei suoi lavori la società dell’epoca, il suo gran lusso e la miseria, con personaggi carichi di realismo o caricaturali e grotteschi.
Sua è la serie completa di 25 incisioni su carta dei “Mendicanti” (Les Gueux), realizzata a Nancy ma di ispirazione italiana. La prima ha il titolo di “Capitano De Baroni”.

Note sono anche le sue opere sulla fiera dell’Impruneta vista nell’ottobre 1619.
Di gran pregio, rappresentano un insieme variopinto di manufatti e di più di mille personaggi in un ambiente esclusivamente all’aperto. Vi si trovano quindi disegnate le tende dei mercanti e le locande, le bancarelle che vendono piatti, stoviglie e utensili di terracotta o liquori; vi si agitano ciarlatani, ladri e bugiardi, ballerini, cavadenti, mentre un banditore sta sul cavallo con una tromba e un vetturale conduce i suoi asini ... Domina questa umanità indaffarata la chiesa dell’Impruneta, davanti alla quale avanza una processione con croce e baldacchino. Scrive un commentatore che, nonostante il movimento, “tutta la scena è tranquilla, intrisa di spensierata gioia italiana ...” (“Estampes Sarah Sauvin”).

Di altrettanto valore artistico è l’incisione della piazza della SS. Annunziata (“Les Caprices”, serie A, 1617), presentata allo spettatore dal personaggio di un vecchio mendicante con il cappello e un bastone in mano. A destra si notano le logge degli Innocenti, a sinistra quelle dei Servi, nel mezzo il monumento equestre di Ferdinando I riprodotto con qualche licenza perché il granduca sembra indicare un punto a destra, e nella realtà non lo fa. In fondo, alto e imponente, ecco il Santuario con il portico e la sua architrave dove si legge la dedica di Alessandro e Roberto Pucci.
Sulla piazza invece si trovano i soliti venditori di oggetti, oltre ai malati diretti alla basilica trainati in un carrettino o in carro, ad altri mendicanti, forse a un cantastorie ai piedi del monumento equestre e all’immancabile povero cane randagio.

Di Jacques Callot infine sono le stampe pubblicate in “Scelta d’alcuni Miracoli e Grazie della Santissima Nunziata di Firenze” (formato 13,5 x 8,3 cm).
Alcune, meglio conservate e (per noi) artisticamente più belle, le riproduciamo in queste pagine.
Nel loro insieme rimandano ai soliti episodi di vita dell’epoca osservati però in versione realistica se non ‘cruda’: d’altronde si tratta di miracoli chiesti alla SS. Annunziata da coloro che erano in pericolo di morte o di atroce sofferenza.
Sono rappresentate quindi le vittime di altri uomini: soprattutto di soldati prepotenti che hanno poca compassione e tanta ferocia ... I personaggi aggrediti sono solitari, forse un po’ lenti, paurosi o imprudenti; gli assalitori fanno parte di truppe a schiere, con lance e moschetti, forti e indifferenti, lieti anzi di infliggere la morte anche con condanne sommarie come l’impiccagione a un albero di campagna.
Oppure le vittime sono passanti assaliti da gruppetti di malfattori o da sicari che usano spade, scuri, o asce.
Altre incisioni invece riportano tristi vicende di ambito ‘civile’: ad esempio quella del bambino sconsiderato che cade da una finestra alta più di dieci metri sotto gli occhi della madre, o l’altra di un innocente sofferente perché condannato alla corda, appeso tra giudici, soldati e notai che senza scomporsi scrivono la carta o misurano il tempo del supplizio con la clessidra.
Ma vi sono anche incisioni sugli effetti delle sventure ‘naturali’ e imprevedibili come il crollo di una casa mentre dentro vi dimorano dei lavoratori, oppure come le malattie, di certo più comuni ma non meno pericolose.
È il caso di papa Innocenzo VIII († 1492) che si rivolge all’Annunziata da sotto il suo letto a baldacchino, circondato dai dei prelati che quasi freddamente guardano e commentano, mentre un servo porta un inutile vassoio.
Anche Antonio Zingano ha supplicato la SS. Annunziata ... a seguito della sua morte. Ventiquattro ore dopo il decesso, per straordinario prodigio, ritorna in vita. L’uomo, nella stampa del Callot, si agita sulla barella mentre è in corso il trasporto al cimitero. È attorniato dai sacerdoti, dagli accoliti con la croce e la banda dei funerali, dai confratelli della compagnia muniti di cappa, di cappuccio sul volto e di torce accese (è sera?).
Di certo – ed è il pregio dell’incisione – lo stupore degli accompagnatori e degli incappucciati appare tangibile e vivido, soprattutto nelle movenze dei corpi infagottati, rese con perizia da pochi tratti di bulino del maestro.

Paola Ircani Menichini, 6 novembre 2021.
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